Era una colonia di Corinto e fu probabilmente fondata intorno all'VIII secolo a. C.; a testimonianza di ciò, si possono ammirare ancora oggi: un grande ampio anfiteatro, un'ara dedicata alla dea Minerva, un teatro greco circondato da sontuosi monumenti sepolcrali, le latomie (cave di pietra), una antica fortezza grandiosa, i resti di altri templi e le catacombe. Divenne ben presto potente e famoso centro di raffinata civiltà dove fiorivano le lettere e le arti, dove sostavano volentieri poeti e filosofi, come Eschilo e Pindaro. Atene guardò con gelosia alla splendida città, le mosse guerra, ma ne fu sconfitta. Siracusa dominò il Mediterraneo, raggiungendo il massimo splendore con Dionigi il Vecchio, che le donò un meraviglioso periodo di pace. Più tardi condusse una vittoriosa lotta contro Cartagine. Ma Cartagine era troppo potente e Siracusa, sola, non poteva resisterle. Così si alleò con Roma. La Prima Guerra Punica portò alla sconfitta di Cartagine. Nel 214 a.C. Il console romano Marcello assediò la bella città siciliana, nel 212 la conquistò. Durante il dominio di Roma, benché restasse capitale dell'isola e culla d'arte e di bellezza, Siracusa decadde a poco a poco.
A Siracusa, nella primavera del 61 aveva sostato l'apostolo Paolo in viaggio verso Roma come possiamo leggere nel capitolo 28 degli Atti degli Apostoli:
11 Dopo tre mesi salpammo su una nave di Alessandria che aveva svernato nell’isola, recante l’insegna dei Diòscuri. 12 Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni 13 e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. 14 Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma. 15 I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio.
16 Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con un soldato di guardia.
Il primo vescovo fu S. Marciano (o Marziano): fu mandato a Siracusa, secondo la tradizione, direttamente dall'apostolo Pietro, primo Pontefice della Chiesa.
Nel 1894 venne scoperta a Siracusa un'iscrizione sepolcrale nelle catacombe di San Giovanni che conferma il culto antico e quindi l'esistenza di questa Santa venerata sia in occidente che in oriente: in questa lapide del V secolo, scritta in greco, si fa l'elogio di Euschia e si afferma che morì nel giorno della festa di Santa Lucia . Qualche altra notizia sulla sua vita è tratta dal racconto di una "Passione", racconto di tradizione popolare.
Ricca, probabilmente bella e promessa sposa ad un giovane della sua città, Siracusa, Lucia sembrava destinata alla vita normale delle ragazze del III-IV secolo dopo Cristo: moglie e madre di famiglia.
Il padre si chiamava forse Lucio poiché era allora vigente una norma romana che imponeva il nome del padre alle figlie.
La madre si chiamava Eutychie o Eutichia.
A causa di una malattia che aveva colpito la madre Eutychie, una grave emorragia, çucia decise d'andare a Catania per pregare sulla tomba della martire Agata.
Qui Dio la scelse per un grande progetto: la martire infatti le apparve chiedendole di dedicare la propria vita ai più poveri, ai piccoli emarginati e sofferenti.
Tornata a Siracusa mise in atto questo progetto; ruppe il fidanzamento e, con una lampada fissata al capo, iniziò a percorrere i lunghi e angusti cunicoli delle catacombe per distribuire i beni della sua cospicua dote ai più poveri.
Il fidanzato abbandonato non accettò questa decisione, forse più attirato dalle ricchezze di famiglia che da un amore sincero. Non si spiegherebbe altrimenti la decisione del ragazzo di accusare Lucia, davanti al terribile prefetto Pascasio, di essere cristiana.
Erano questi gli anni di Diocleziano, anni bui per la storia dei cristianesimo, anni di persecuzioni, ma anche di grandi esempi di fede. Come quello che diede la stessa Lucia.
Arrestata, minacciata e torturata, si proclamò comunque seguace di Cristo e non accettò di abiurare la propria fede.
Per Pascasio non ci furono dubbi, quella ragazza troppo forte per essere "piegata", doveva morire: la espose nel pubblico postribolo; Lucia disse allora che "il corpo viene contaminato solo se l'anima acconsente" e così nessuno, nemmeno sei uomini e sei i buoi, riuscì a smuovere il corpo esile divenuto miracolosamente pesantissimo.
Prima dell'esecuzione capitale però Lucia riuscì a ricevere l'Eucaristia e preannunciò sia la morte di Diocleziano, avvenuta di lì a pochi anni, sia la fine delle persecuzioni, terminate nel 313 d.C. con l'editto di Costantino che sanciva la tolleranza religiosa e la libertà di culto.
Santa Lucia venne dunque martirizzata sotto Diocleziano: questo imperatore durante il suo regno, dal 17 settembre 284 al 305, tentò di restaurare l'unità e la saldezza dell'Impero; egli emise nuove monete, cercò di impedire il rialzo dei prezzi e intraprese ampie riforme; istituì la tetrarchia cioè il “comando a quattro”: due imperatori detti Augusti e due “vice” detti Cesari ; Valerio Massimiano ebbe come lui il titolo di Augusto. I due Augusti chiamarono alle loro dipendenze due Cesari, Galerio Gaio Valerio e Flavio Costanzo Cloro (padre del futuro imperatore Costantino):
Diocleziano si stabilì a Nicomedia e si riservò il governo dell'Oriente
Galerio ebbe le province danubiane e la Grecia
Costanzo andò a Treviri a controllare la Gallia e la Bretagna
Massimiano governò da Milano tutto il resto dell'Occidente.
Quanto alla posizione dei Cristiani, esisteva nel diritto romano un decreto dell'imperatore Traiano che diceva:
I Cristiani non son da ricercare: denunziati e convinti si devono punire
Il decreto era applicato secondo i capricci e l'umore degli Imperatori e dei loro ministri a causa della sua natura contraddittoria.
Nel 262, l'imperatore Publio Licinio Gallieno aveva pubblicato un suo editto di tolleranza della nuova religione, l'organizzazione ecclesiastica si era sviluppata: molti funzionari e magistrati avevano abbracciata la nuova fede: Prisca e Valeria, moglie e figlia di Diocleziano eran diventate cristiane e Diocleziano stesso dapprincipio non guardò con occhio malevolo i seguaci di Gesù.
I due Augusti ed i due detti dovevano essere obbediti e venerati come le divinità della tradizione pagana: tutti coloro che non si adeguarono e non obbedirono, manichei prima e Cristiani dopo, furono vittime di una persecuzione durissima che ebbe inizio nel 303 dopo la pubblicazione del famoso editto di Nicomedia; con questo si dava nuovo vigore alla persecuzione contro i Cristiani: fu praticamente l’ultima grande persecuzione romana.
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