C A P O D A N N O

Le origini del Capodanno

La celebrazione dell'anno nuovo è la più antica di cui vi sia traccia. Furono i Babilonesi circa 4000 anni fa a festeggiare per primi il loro capodanno. Intorno all'anno 2000 a.C., l'anno babilonese iniziava in corrispondenza con la prima Luna Nuova dopo l'equinozio di primavera.
L'inizio della primavera era un periodo logico per associarvi l'inizio dell'anno. Dopotutto, la primavera è la stagione della rinascita, della nuova semina, della fioritura. Inoltre, il 1° gennaio non ha alcun significato dal punto di vista dell'agricoltura o astronomico. E' stata quindi una scelta puramente arbitraria.
Gli antichi Romani continuarono a celebrare l'anno nuovo nel tardo marzo, ma il loro calendario era continuamente 'manomesso' dai vari imperatori; si scelse quindi di 'sincronizzarlo' con il sole.
Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è conosciuto come il "calendario Giuliano", che stabiliva che l'anno nuovo iniziava il primo gennaio.

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Una tradizione del nuovo anno è quella dei "propositi per l'anno nuovo". Anche questa tradizione nasce dai Babilonesi: il proposito che più spesso facevano era quello di restituire strumenti per l'agricoltura che erano stati prestati loro (!).
Tradizionalmente, l'anno nuovo è simboleggiato dalla figura di un bimbo appena nato. Questa tradizione nasce in Grecia intorno all'anno 600 a.C. Un bambino piccolo era il simbolo dell'annuale rinascita di Dioniso, dio del vino. Questa cerimonia serviva per ottenere fertilità e ricchezza. Una celebrazione simile esisteva anche nell'antico Egitto.

Tradizionalmente, si pensa che ciò che si fa il primo giorno del nuovo anno, incida molto su come sarà l'intero anno. Per questo si festeggia con la propria famiglia, con gli amici, in una nottata all'insegna dell'allegria e del lusso. Si dice che porti molta fortuna se il primo visitatore di casa vostra nel nuovo anno sia un uomo alto e con i capelli scuri.

La funzione del vischio ci è stata tramandata dai Druidi, che lo ritenevano in grado di scacciare gli spiriti cattivi dalla casa. Per questo ancora oggi si appende a capodanno sulle porte delle nostre abitazioni.

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La festa di Capodanno tra il Natale e l'Epifania:
la notte del veglione.

Nel periodo Natalizio, ricco di feste e tradizioni, un accenno deve essere fatto per la notte del veglione, la notte e la festa di Capodanno.
Nella notte di Capodanno via i ricordi sgraditi, le amarezze, i rimorsi, le pene dell'anno appena trascorso... il vecchio calendario viene arrotolato, legato e gettato nel fuoco; un fantoccio che rappresenta l'anno vecchio e il suo male viene fatto ardere in un grande falò, un drago di carta su cui sono scritti tutti i trascorsi dispiaceri viene frammentato e disperso al vento; si buttano vecchie fatture, giornali e calendari; volano dalla finestra tutti gli oggetti rotti.
Ognuno a suo modo si libera del passato e delle amarezze, per l'inizio del Nuovo Anno.

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Tradizioni e riti di Capodanno.

La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati. Le lenticchie vengono mangiate a cena, nella cena del veglione il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo.

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Filastrocche di capodanno:
L’anno nuovo

Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.

(Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)

Filastrocca di Capodanno

Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l’anno:

Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,

Voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera,

voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,

che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

(Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)

Domani è festa

Din don domani è festa
si mangia la minestra

la minestra non mi piace
si mangia pane e brace

la brace è troppo nera
si mangia pane e pera

la pera è troppo bianca
si mangia pane e panca

la panca è troppo dura
si va a letto addirittura.

(Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)

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Aspettando il Natale...