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   Festa della Mamma: chi festeggia chi?

La festa della mamma è una delle feste "laiche" più apprezzate in tutto il mondo. Ma, in questo lieto giorno, in cui le mamme sono circondate di amore, affetto e piccole attenzioni si dovrebbe anche riflettere sulla figura ed il ruolo della "mamma" nella nostra società.

Nonostante il riconoscimento della maternità quale importante funzione sociale, ancora oggi sono soprattutto le donne a sopportare il carico del lavoro di cura che la nascita di un figlio (o più di uno) comporta. In particolare, proprio le donne italiane devono lavorare molto più delle loro colleghe americane ed europee, dal momento che oltre al lavoro esterno, svolgono quasi interamente da sole i lavori domestici.

Ancora oggi, nonostante i numerosi provvedimenti legislativi e l'aumento delle strutture pubbliche e private di servizi e sostegno alle famiglie, sono le madri a dover rinunciare alle proprie aspirazioni per dedicarsi alla crescita dei figli.
Naturalmente, oggi le donne hanno molte più opportunità rispetto ad un passato non troppo lontano, eppure la maternità non ha ancora trovato una collocazione "naturale" nella società, in quanto i tempi ed i ritmi di quest'ultima non consentono di conciliare serenamente il desiderio di maternità con quello professionale e più in generale "pubblico". In assenza di una coscienza collettiva in grado di assumersi proporzionalmente le responsabilità in tema di maternità, le mamme devono sostituirsi con abilità da giocoliere ad ogni ruolo, improvvisarsi e soprattutto dividersi, spesso rinunciando a se stesse.

Allora, in questo contesto sociale, la Festa della Mamma quale significato ha?
Ogni celebrazione ha una funzione all'interno di un gruppo sociale....e, purtroppo, al di là di false retoriche anche una Festa della Mamma ne ha una.

La comunità non si raccoglie più come un tempo intorno alla divinità della procreazione, bensì intorno ad un ruolo predefinito che sembra intenzionata a voler mantenere immutato. Una sorta di "contentino" alle donne, che decidono di dedicarsi alla famiglia, rinunciando ai propri sogni ed alle proprie aspirazioni.
A mio avviso, la Festa della Mamma, come la Festa della Donna, forse in modo del tutto deviato rispetto ad ogni buona intenzione iniziale, ha generato la comoda convinzione che la donna ha acquisito una posizione forte nella società, impedendo così un dibattito sereno e multidirezionale. "Avete anche due giorni l'anno dedicati a voi!!!".

Uno, due giorni l'anno...cosa cambiano, quando le donne continuano a correre per la città, tra la scuola, le palestre, i medici, le feste, i supermercati, il lavoro? Quando le donne sono ancora discriminate sul lavoro a causa di una gravidanza? Quando le donne hanno meno chance di carriera, dopo aver avuto un figlio? Quando le donne vengono ancora colpevolizzate al momento di compiere la scelta di avere oppure no un figlio?

La Festa della Mamma, in questo contesto, sembra piuttosto la celebrazione di un sacrificio alla comunità, necessario per la sua sopravvivenza, in cui la vittima è la donna-madre.

Non è certo qui in discussione la Festa della Mamma, ma d'altronde la sua stessa fondatrice, Anne Reese Jarvis, si rese presto conto che la realtà aveva privato quella ricorrenza del suo intento originario: rendere omaggio alle mamme di tutte le età, per il loro incondizionato amore e per la loro ineguagliabile presenza durante tutta la vita di ogni uomo e di ogni donna.

Naturalmente, anch'io come tutti, comprerò un mazzo di fiori per la donna eccezionale che mi ha messo al mondo e la coprirò di attenzioni e coccole. Le dirò anch'io "Tanti Auguri", per ringraziarla della sua pazienza, del suo sapermi capire e stare vicino, della sua capacità di adeguarsi ad una generazione che non le appartiene, del suo esserci sempre e spesso in silenzio nelle mie gioie e nei miei dolori.

Ma, soprattutto di una cosa la ringrazio, di non aver dimenticato se stessa per me, e di avermi insegnato, con la sua vita, che la maternità non è un destino, ma un desiderio consapevole che nella maggior parte dei casi può essere esaudito con immensa soddisfazione. Non è una strada sempre facile, anzi più spinosa delle rose che le donerò, fatta di scelte difficili ed impopolari, ma soprattutto coraggiose.

Festeggerò quindi il coraggio suo e di tutte le mamme, che senza sapere come fare hanno cresciuto figli sempre eccezionali, unici ed insuperabili. Festeggerò questa cecità, mentre mia mamma, come se ancora avessi 5 anni, mi guarderà con occhi sempre più innamorati.

Ti voglio bene mamma!!!

tulipani

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