L’albero attraverso le stagioni.

 

Si formano delle coppie e si stabilisce, all’interno di ciascuna coppia, chi fa l’albero e chi le stagioni.
L’albero è il soggetto “passivo” del gioco ma ne è al tempo stesso il protagonista, con le sue sensazioni ed emozioni. Deve avere spazio sufficiente per distendere le braccia (i rami) e deve stare in piedi, con le gambe leggermente divaricate, nella posizione più statica che riesce a trovare.
Le stagioni devono invece esercitare delle azioni, di volta in volta diverse, sull’albero, per lo più massaggi di diversa intensità.
Anche l’insegnante è in coppia con un bambino.
All’inizio del gioco, dopo aver ottenuto un’atmosfera di silenzio e di attesa, egli descrive l’albero in inverno: rigido, con i rami spogli, triste, e invita i bambini-albero ad immedesimarvisi.

Finalmente arriva la primavera (accarezzare con le mani partendo delicatamente dalla cima della testa alle spalle, braccia e schiena, più volte dall’alto in basso);

L’albero assorbe l’acqua dal terreno (accarezzare partendo dai piedi e salendo a gambe, schiena percorrendo le spalle fino alla punta delle dita);

Cade una pioggerellina ( tambureggiare lievemente “l’albero” con tutte e dieci le dita, iniziando dalla testa);

Spuntano i germogli e sbocciano le prime foglioline (picchiettare leggermente con un dito su testa, schiena, braccia, gambe fino alla punta delle dita);

Arrivano gli uccellni che vogliono costruire il nido. (imitare con la punta delle dita le zampette dell’uccello che si sposta e saltella su testa, spalle, schiena, braccia.)

Il vento dondola l’albero dolcemente (prendere le spalle o le braccia del compagno e “cullare” l’albero).

Arriva l’estate e il sole scalda l’albero coi suoi raggi (strofinare con energia)

Passa un pellegrino (camminare lentamente intorno all’albero).

Il pellegrino vede l’albero e si siede a riposare alla sua ombra (sedersi e appoggiarsi con la schiena all’albero)

Più tardi arriva un orso e si strofina sulla sua ruvida corteccia (muoversi a quattro zampe intorno “all’albero” e strofinarsi con ogni parte del corpo “al tronco dell’albero”).

Improvvisamente arriva un forte temporale con lampi e tuoni (tamburellare su tutto il corpo con una certa energia)

Arrivano i primi venti più freddi dell'autunno (il corpo dell’albero viene fatto di nuovo oscillare)

Le foglie cadono dai rami (picchiettare sulle estremità)

È inverno. Incomincia a nevicare. La neve copre tutto l’albero come una grossa e calda coperta. (premere lievemente con le mani la testa, la schiena, le spalle, le braccia)

Comincia a sciogliersi la neve, l’acqua scorre lungo il tronco fino a terra e sgocciola dai rami (accarezzare leggermente il corpo del compagno, incominciando dalla testa fino ai piedi).

L’esperienza viene ripetuta con lo scambio dei ruoli.

Alla fine i bambini vengono invitati a descrivere le proprie sensazioni.

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