LA SCUOLA DAL PUNTO DI VISTA DEI RAGAZZI

di Adriana D'Angelo

In quest' epoca di trasformazioni la scuola, più di altre istituzioni, come può ritrovare la freschezza che dovrebbe essere tipica di un luogo in cui vivono le giovani generazioni?

Forse c'è bisogno di una scuola che sappia pensarsi a partire dai ragazzi; non solo una scuola per i ragazzi - cosa che sembrerebbe ovvia - ma pensata dal loro punto di vista: della loro voglia di vivere, del loro desiderio di imparare, di fare esperienze nuove, di stringere relazioni coinvolgenti.

CHE SCUOLA E'?

Com'è una scuola dalla parte dei ragazzi?

E' una scuola in cui l'imparare è un'avventura alla scoperta di mondi che a poco a poco svelano il loro fascino, le loro asperità, le loro bellezze.

E' una scuola in cui insieme si impara a pensare, cioè a compiere il viaggio più affascinante e più difficile: quello che porta nella profondità di se stessi, dei propri sentimenti, delle proprie domande. E se tanti interrogativi, vissuti in solitudine, possono essere inquietanti, affrontati con la guida di un maestro e insieme a tanti compagni di viaggio diventano abbordabili.

Un viaggio in cui il più bravo non è il campione che arriva in cima per primo da solo, ma chi sa tendere la mano anche al compagno con il passo più stanco e sa condurre in cima qualcun altro con lui.

UNA SCUOLA COSI'

E' una scuola in cui trovano spazio la voglia di muoversi, di giocare, di raccontare, di sperimentare la presenza dell'altro, di condividere le proprie paure.

E' una scuola in cui si impara che ciò che sappiamo e che abbiamo, acquistano maggior valore se sono messi a disposizione anche di altri, se sono orientati dalla responsabilità verso un mondo di cui siamo tutti parte.

In una scuola così, il sapere può essere accostato con passione e perdere il carattere di un arido dovere, estraneo alla vita di ogni giorno e alla vitalità dei ragazzi.

Una scuola così è quella in cui i ragazzi possono essere se stessi in maniera integrale e piena.

E DALLA PARTE DEGLI INSEGNANTI ?

Una scuola che sceglie così chiaramente di stare dalla parte dei ragazzi acquisisce quella libertà e quella flessibilità che la fa stare anche dalla parte degli insegnanti, cioè della loro professionalità, che ha bisogno di creatività e di ricerca, per interpretare la vita dei ragazzi e con un progetto educativo e didattico annuale, aperto, vivo.

  

Adriana D'Angelo